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Gallerie

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aA29 Project Room, Gerardo Giurin
aA29 Project Room, Sasha Vinci, TRANSITI #2, ‘Al Termine della Notte‘, 2022, foto Francesca Ventriglia
aA29 Project Room, Tiziana Pers, Art History / Donnalucata, 2021, foto Francesco Natale

Via F. Turati 34, Caserta

aa29.it
@aa29projectroom

Aa29 project room

Quanto è importante l’aspetto progettuale per la galleria?

La progettualità è senza dubbio la pietra angolare su cui si fonda la ricerca degli artisti con cui lavoriamo e collaboriamo e su cui si va, pian piano, a formare l’idea che il collezionista (o il potenziale collezionista) si farà di noi e della nostra realtà. Seguire una linea di ricerca coerente, nel nostro caso specifico che sia attinente alle questioni sociali e politiche del presente, non è il solo criterio che ci permette di portare avanti i progetti e la programmazione artistica in maniera efficace. È fondamentale, infatti, seguire un piano economico e conoscere, di volta in volta, i costi sottesi. Redigere un business plan diventa un’esigenza fondamentale. E per ogni evento e progetto bisogna avere chiari, fin dalla genesi, anche gli obiettivi che vogliono essere raggiunti. La galleria è un micro-cosmo artistico che deve mantenere un certo equilibrio e stabilità, anche sotto il punto di vista economico, e che deve fare i conti, a fine anno, come ogni azienda, con il proprio bilancio. 

Caserta e Milano: quali le differenze tra i due spazi?

Quella di Caserta è la prima sede, quella originaria. È fondamentale per noi perché dà voce, in tutte le sfumature, all’essenza del Sud, inteso in senso lato: del Sud Italia e Sud d’Europa. Le contraddizioni, le incoerenze e le fratture sociali di queste terre sono d’ispirazione per gli artisti, che attuano una ricerca dal basso, per ricucire le ferite. E credo che l’arte, in questo senso, abbia un ruolo e una responsabilità senza eguali. 
Milano è l’altro polo: non solo Nord, ma anche cassa di risonanza per i nostri artisti e per i loro progetti che aspirano ad avere un riconoscimento e un riscontro internazionali. Milano è una finestra sull’Europa continentale, un centro fervido d’idee, dove l’arte contemporanea nasce, cresce, viene fruita e si modifica. Città dove non manca il dibattito e la sensibilità per l’arte, costellata di eventi artistici e di persone che amano l’arte e la collezionano. 

Come selezionate gli artisti con cui lavorate?

Sicuramente non in base al linguaggio utilizzato. Quello è una conseguenza.
La colonna portante è la ricerca, che deve essere già piuttosto consolidata e aderire o intrecciarsi, in qualche modo, con i temi cari alla nostra mission e dunque dare forma a una visione che affronti i temi ambientali ed ecologici, la relazione umano-natura, le necessità sociali e le crisi di varia natura che sta attraversando il nostro Pianeta. Quello che vogliamo fare insieme agli artisti è scatenare periodicamente delle “micro esplosioni”, che travolgono le certezze e le regole stabilite: per ripartire da capo e chiederci se si possa condurre un’esistenza diversa e più creativa con “gli altri”.

Gerardo Giurin

aA29 Project Room is divided into two galleries in Milan and Caserta: multifunctional spaces, created to promote different forms of experimentation through exhibitions, site-specific projects and residencies. aA29 Project Room supports research on ecological and environmental issues, which generate new sensitivities about. Projects in which the public is involved through participatory actions, for the affirmation of a collective consciousness that imagines alternative scenarios for the future.

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ACAPPELLA, Corrado Folinea
Hella Gerlach, SPIRITUAL BYPASS, installation view, Courtesy Galleria Acappella
Andrea Bolognino, I Giganti, Installation view, Courtesy Galleria Acappella
Kyveli Zoi, Letter to my Future Self, installation view, Courtesy Galleria Acappella

Vicolo Santa Maria Cappella Vecchia 8/A, Napoli

museoapparente.eu
@galleria_acappella

acappella

Da Museo Apparente ad Acappella: come è avvenuto il passaggio?

Il Museo Apparente è nato come un progetto di residenza per artisti, spazio sperimentale ed indipendente nato nel giardino privato di casa mia. Dopo diversi anni, tante attività e diverse partecipazioni a fiere internazionali, ho sentito che erano maturi i tempi per aprire una galleria d’arte con lo stesso entusiasmo.
Mi piace infatti considerare il Museo Apparente e la galleria Acappella un unico progetto sotto la stessa pagina web.

Che appeal ha la pittura sul pubblico?
La pittura e la scultura sono le forme d’arte più pure e classiche. Rappresentano le forme espressive per eccellenza e credo che avranno sempre una forte risonanza sul pubblico.

La galleria nasce con l’intento di promuovere gli artisti emergenti. In che modo lo fa?
La galleria ospita regolarmente mostre per lo più personali di artisti giovani che hanno una forte e chiara linea di lavoro e hanno partecipato già a mostre di livello internazionale. A questa attività si aggiungono, poi, le partecipazioni alle fiere e quindi alla promozione degli artisti in determinati eventi internazionali. Inoltre, con la collaborazione di Ernesto Tedeschi, ci occupiamo della pubblicazione della Rivista Acappella piccolo libretto da noi curato per approfondire e arricchire i contenuti delle singole esposizioni.

Corrado Folinea

Acappella Gallery was founded by Corrado Folinea, and is also a magazine and artist residency. It is located in Naples, in Via Cappella Vecchia, after which it is named. Acappella is an independent reality that aims at a dialogue between the artist’s imagination and the value of the work of art that conveys solemnity to the place, whatever genre it may be. Acappella is also a magazine designed together with Anna Haas, compiled and edited in collaboration with the artists with additional material content, further information, research material, texts, notes and reflections on the exhibited works.

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Andrea Ingenito
Kazumi Yoshida, Milano

Lands classic collection, Marco Abbamondi
Lands pure nature, Marco Abbamondi

Vicolo Santa Maria Cappella Vecchia, Napoli

ai-ca.com
@andreaingenitocontemporaryart

andrea ingenito contemporary art

La galleria ha due sedi, Napoli e Milano: quali le differenze tra i due spazi?

Le 2 gallerie hanno un unico filo conduttore, a secondo degli artisti si sceglie una sede piuttosto che l’altra cercando di prediligere le loro assonanze con nord o con il sud del Paese. Spesso fanno mostre, nel tempo, in entrambe le sedi.

La programmazione è incentrata soprattutto sugli artisti storicizzati. Quali sono i periodi storici e i movimenti più richiesti?

La programmazione predilige spesso i movimenti e gli artisti dagli anni 60 agli 80 poiché sono quelli che hanno maggiormente influenzato la formazione del gallerista stesso. Pop art italiana e americana, ma non solo.

È previsto anche un programma per promuovere i giovani artisti?

La galleria ha sempre nella scuderia degli artisti di primo mercato, con i quali lavora spesso con un vero contratto, proprio per valorizzarli al meglio e dedicare un’ampia programmazione ben pianificata nel breve termine.

Andrea Ingenito

The Andrea Ingenito Contemporary Art Gallery, founded in Naples in 2008, overlooks the central Piazza dei Martiri, a historic meeting place for international artists such as Keith Haring, Andy Warhol and Joseph Beuys. Through its numerous activities, such as institutional exhibitions, national and international fairs, exhibitions and editorial publications, the gallery gives space to both young and historic artists with a particular focus on the movements of the 1960s and 1970s.

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Andrea Nuovo Home Gallery
Allestimento Paolo La Motta, Finestre Sul Quadro

Allestimento Giorgio Galimberti, Visioni Urbane
Allestimento Leticia Burgos

Via Monte di Dio 61, Napoli

andreanuovo.com
@andreanuovohomegallery

andrea nuovo home gallery

Da dove viene la decisione di aprire una galleria?

Fin dai tempi dell’università pensavo di aprire uno spazio diverso dai classici ‘white cube’, perché quindi non aprire le porte di casa all’arte contemporanea? Lasciando in vista elementi architettonici che caratterizzassero di più gli ambienti, ma soprattutto per offrire ai nostri artisti e visitatori una dimensione più intima, riflessiva e accogliente sia negli spazi interni che nel nostro giardino che consideriamo a tutti gli effetti un prolungamento della home gallery.

Come avviene la selezione degli artisti?

La selezione degli artisti avviene tramite diversi fattori:
scandagliamo mostre e studi d’artista, essendo Fernanda una storica dell’arte ed io un conservatore, prediligiamo gli artisti che dialogano in qualche misura con l’arte antica o comunque quella che ci precede, a voler dire quasi un approccio romantico, che abbiano una forte formazione in arte (non necessariamente accademica) ed infine, che abbiano qualcosa da dire e che siano in grado di esprimersi con giusti strumenti e mezzi, qui parliamo di mestiere e di qualcos’altro che possiamo chiamare, talento?
Abbiamo altresì uno sguardo privilegiato verso la fotografia, in tutte le sue dimensioni e variabili.
Lavoriamo sia con artisti stranieri che italiani, cerchiamo di equilibrare le proposte e di dare spazio anche agli artisti giovani ed emergenti.

Come gestite il lavoro in galleria?

Ci dividiamo spesso i compiti, Fernanda si occupa principalmente delle relazioni con gli artisti stranieri essendo lei madre lingua spagnola e conoscendo molto bene l’inglese, inoltre si diletta ad accompagnare i collezionisti oppure i visitatori per le nostre mostre. Io invece sono “l’addetto scouting”, sono alla costante ricerca di nuovi artisti, i social in questo senso aiutano molto ed, infine, mi occupo dell’aspetto più commerciale.
I nostri ruoli sono
sempre interscambiabili, ci confrontiamo su tutto. Ad entrambi piace seguire il lavoro dei nostri artisti, di accompagnarli nella ricerca e di portare avanti insieme i progetti, crediamo che il nostro lavoro è piuttosto un grande privilegio che ci consente di imparare in continuazione e di essere in stretto contatto con gli artisti – che sono universi a sé – e con le fasi creative che per noi sono fondamentali quanto il risultato finale. Essere partecipe di questi 
processi da cui emergono nuove “vite” è molto gratificante per noi.

Andrea Nuovo

The Andrea Nuovo Home Gallery was established in 2018, with the clear intention of dedicating the space to the promotion of contemporary art and in parallel to carry out a permanent research activity in the specific field, proposing national and international artists. It is a reality that aims to explore every expression of contemporary artistic research, also making itself available as a multifunctional space. Its main goal is to become a true home for art in all its forms and declinations. Consistently, all activities are organised according to a regular and well thought-out programme that seeks to offer an experimental vision of artistic proposals.

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Marzia Migliora, L’ideazione di un sistema resistente è atto creativo, 2016 Charcoal briquettes, site specifc installation, Lia Rumma Gallery Milano: solo show Forza Lavoro, 2016, foto PEPE
Marzia Migliora, foto Jacopo Salvi
Arte Povera + Azioni Povere (Ra3-terza Rassegna di Pittura internazionale di Amalfi) a cura di Germano Celant, foto Bruno Manconi
Joseph Kosuth, L’Ottava Investigazione (A.A.I.A.I.) proposizione 6, foto Mimmo Jodice

Via Vannella Gaetani, 12 1° piano / 1st floor, 80121, Napoli 

liarumma.it
@liarummagallery

galleria lia rumma

La galleria Lia Rumma è fondata negli anni Sessanta da due giovani collezionisti salernitani poco più che ventenni, Lia e Marcello Rumma, che si fanno promotori di mostre ed eventi che vedono coinvolta una nuova generazione di artisti. Negli Arsenali di Amalfi diventano sponsor e organizzatori di importanti rassegne, quali: “Aspetti del Ritorno alle cose stesse” (1966), a cura di Renato Barilli; “L’impatto percettivo” (1967), a cura di Alberto Boatto e Filiberto Menna; “Arte Povera + Azioni Povere” (1968), a cura di Germano Celant; “Ricognizione Cinque” negli spazi Einaudi, Salerno (1968) a cura di Angelo Trimarco.
Nel 1969, l’interesse per gli scritti d’arte e di filosofia spinge alla nascita della casa editrice Rumma Editore.
Nel 1970, dopo la morte di Marcello, Lia Rumma si trasferisce a Napoli e nel 1971 apre una galleria d’arte con la personale “L’Ottava Investigazione (A.A.I.A.I.) proposizione 6” di Joseph Kosuth, considerato oggi uno dei pionieri dell’Arte Concettuale.
La ricerca è subito indirizzata verso movimenti artistici internazionali, portando a Napoli tutto ciò che di innovativo accade a livello artistico in grandi capitali come New York, Londra e Parigi.
A partire dagli anni Ottanta si apre un’intensa e proficua collaborazione con le istituzioni e la Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Napoli.
Nel 1994 apre l’Hangar di via Brin a Napoli che vuole essere una testimonianza e insieme un momento di riflessione, sotto la necessità di ricucire lo strappo tra il centro e l’hinterland napoletano. L’hangar di via Brin viene inteso come luogo di ripensamento critico e induce ad uno stimolo culturale per le aree periferiche che versano nel degrado e nell’indifferenza del centro. Nel 1999 Lia Rumma apre uno spazio a Milano, in via Solferino, nel quartiere di Brera, inaugurato con la personale di Enrico Castellani, continuando fino ad oggi a rappresentare uno dei punti di riferimento dell’arte contemporanea.

The Lia Rumma gallery was founded in the 1960s by two young collectors from Salerno in their early twenties, Lia and Marcello Rumma, who promoted exhibitions and events involving a new generation of artists.
In 1969, their interest in writings on art and philosophy led to the founding of the Rumma Editore publishing house.
In 1970, after Marcello’s death, Lia Rumma moved to Naples and in 1971 she opened an art gallery with the solo exhibition “L’Ottava Investigazione (A.A.I.) proposizione 6” by Joseph Kosuth, now considered one of the pioneers of Conceptual Art.
In 1994 he opened the Hangar in Via Brin in Naples.
In 1999 Lia Rumma opened a space in Milan, in Via Solferino, in the Brera district, inaugurated with a solo exhibition by Enrico Castellani.

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Paola Verrengia
Omaggio a Beuys, 2002, Courtesy Galleria Paola Verrengia
Gianni Asdrubali, Zacheusse, Courtesy Galleria Paola Verrengia
Amparo Sard, Cutting the space, Courtesy Galleria Paola Verrengia

Via Fiera Vecchia, 34, 84122, Salerno 

galleriaverrengia.it
@galleriaverrengia

galleria paola verrengia

La sede della galleria si trova a Salerno. Qual è la risposta della comunità locale all’arte contemporanea?

Salerno è una città con grandi tradizioni, ma che negli ultimi decenni ha, purtroppo, perso tutto il patrimonio culturale che un tempo traeva stimoli dall’Università, dalla scuola di Filiberto Menna, dalle azioni del Living Theatre.

Sin dalla sua nascita, la galleria ha indagato le varie tendenze dell’arte del dopoguerra, mantenendo sempre uno sguardo attento alle proposte più all’avanguardia. Quali sono oggi le iniziative nei confronti degli artisti emergenti? 

Ho in programma la mostra di un giovane artista multidisciplinare, Fabio Weik, che ha vinto il Premio Stromboli 2022 con un’installazione immersiva dedicata alla storia di un giovane profugo della Repubblica del Mali. Si tratta di un progetto innovativo in collaborazione con il producer musicale Boss Doms.

Quanto è importante per la galleria collaborare con istituzioni pubbliche e museali e in che modo lo fa?

Per me è fondamentale. Ricevo spesso richieste da musei di prestiti di opere di artisti che rappresento. Inoltre, lo scorso anno ho collaborato all’iniziativa “Art on video”, rassegna internazionale di video d’artista, con varie istituzioni locali.

Paola Verrengia

Galleria Paola Verrengia began its activity in 1990 under the name ‘Fovea Centralis’ di Paola Verrengia & C. s.n.c.
In 1993, the company was taken over by Paola Verrengia and assumed the name ‘Galleria Paola Verrengia’.
In over twenty years, the Paola Verrengia Gallery has investigated the various trends of Contemporary Art of the great masters of the post-war period and emerging artists in the field of Abstract and Informal Art, Conceptual Art and Photography both nationally and internationally.
She is a member of the National Association of Modern and Contemporary Art Galleries.

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Umberto di Marino, Photo Credits Danilo Donzelli
Casa di Marino, foto credits Danilo Donzelli

PNM, Autofiction, 2020, foto credits Danilo Donzelli
C. Amorales, Artists of the world, unite!, foto credits Danilo Donzelli 

Via Alabardieri 1, Napoli

galleriaumbertodimarino.com
@galleria_umberto_di_marino

galleria umberto di marino / casa di marino

Dal primo spazio nella periferia napoletana alla galleria nel cuore di Napoli, per poi arrivare all’ultima arrivata, Casa Di Marino. Cosa è cambiato e cosa è rimasto?

Questa nuova avventura fortifica e consolida quella che è da sempre stata l’idea alla base della galleria, fin dagli anni di Giugliano, dove la nostra casa ha svolto un ruolo fondamentale per lo sviluppo e la crescita della galleria. Questo è dunque il filo conduttore che unisce tutte le esperienze. Oggi, con la nuova sede cerchiamo di riattivare quell’esperienza che fu propria dei primi anni, nel segno però di nuove collaborazioni, confronti e ricerche che possano divulgare il nostro personale racconto della contemporaneità.

Cosa significa essere una galleria a gestione “familiare”?

La commistione fra casa, galleria e famiglia, è da sempre un elemento caratterizzante del nostro lavoro e della nostra idea di galleria. Artisti, curatori, collezionisti e le più disparate personalità con cui abbiamo avuto modo di collaborare sono sempre stati invitati a condividere la nostra dimensione domestica, instaurando così un rapporto che andasse al di là del solo ambito lavorativo. L’apertura di Casa Di Marino, sancisce quindi l’idea di condivisione professionale e personale, che da sempre ha caratterizzano la nostra attività.

Quanto è importante per voi la conoscenza personale degli artisti con cui lavorate?

Il rapporto personale e la conoscenza reciproca è parte integrante e fondamentale della collaborazione fra la galleria e gli artisti. Tutti i progetti presentati, fra le mura della galleria e fuori, sono il frutto di questo rapporto, a volte decennale, e in ogni caso, estremamente profondo e di condivisione reciproca, di saperi, pensieri, opinioni e visioni del mondo. Alla base dei rapporti reciproci, però, vi è sempre una estrema e reale condivisione in merito all’idea stessa di arte e contemporaneità.

 

Umberto Di Marino

The Umberto Di Marino Gallery began its activity in 1994 in Giugliano, immediately focusing its attention on the coexistence between artistic language and a difficult periphery like the Neapolitan one. The aim of this first experience was to create a place of interest and participation, first for his own circle of contacts and then for the entire community. Among the most important exhibitions: “Napoli Borderline” by Vettor Pisani, in 2001, and “Architetture del colore” by Hidetoshi Nagasawa,in 2002. In 2005 the gallery opened a new space in the centre of Naples.

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Rosa Francesca Masturzo, Piero Renna, Annamaria De Fanis, foto credits Pasqualia Esca
Gallerie Riunite, Panoramica mostra in corso

Via Cavallerizza a Chiaia 57, Napoli 
@gallerieriunite

gallerie riunite

Gallerie Riunite nasce dall’unione di due gallerie napoletane: Intragallery e Piero Renna Arte Contemporanea. Come siete arrivati a questa decisione?

La decisione di unire le due gallerie nasce dall’antica amicizia e la stima professionale reciproca, la pandemia ha poi fatto si che si accelerasse questo processo che era fino a quel momento non definito.

Cosa ciascuno di voi porta di suo in questa fusione?

Dividiamo tra noi il lavoro secondo  le circostanze, senza ruoli particolarmente definiti.

In che modo scegliete gli artisti con cui lavorare?

Abbiamo il nostro bagaglio di artisti  provenienti dalle nostre precedenti esperienze e cerchiamo nuove idee nelle fiere, nelle accademie nelle gallerie underground o su proposta degli stessi artisti.


Rosa Francesca Masturzo, Piero Renna, Annamaria De Fanis

Gallerie Riunite born from the union between two neapolitan galleries Intragallery and Piero Renna Arte Contemporanea, two realities linked by sincere friendship and by a commun feeling and experience of art. This new gallery will continue to take care of research and promotion of italian and international artists, mainly of medium career, on the path of work already done from both galleries during the years.

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Maria Giovanna Villari, Le 4 Pareti, foto credits Noemi Marotta
Le 4 Pareti, foto credits Noemi Marotta

Via Giuseppe Fiorelli 12/d, Napoli
le4p.com
@le4pareti

Le 4 pareti

Quando nasce Le 4 Pareti e da dove prende il nome?

Nasce negli anni ’90, da un’idea di mia madre Giovannella Palermo, poliedrica donna napoletana, che con amici artisti e collezionisti organizza vernissage battezzando il suo piccolo studio in maniera semplice ed intuitiva. Il pubblico subito accorre numeroso per assicurarsi gouaches, acquarelli e sculture, prima ancora delle inaugurazioni ufficiali.

Come selezioni gli artisti con cui lavori?

Dagli anni 2000, la svolta. Sono io stessa a prendere il timone dello spazio, allargandone la platea come direttrice artistica, proponendo stranieri e napoletani, anche grazie agli scambi culturali con curatori e curatrici che vivono Napoli e le capitali europee con pari spirito di avanguardia.

Quanto è importante per te il legame con la scena artistica campana?

Napoli è per me fucina di idee data la sua immutabile struttura orografica, dove l’omologazione globale si arresta dinanzi a paesaggi ed architetture difficilmente modificabili. Da queste combinazioni io stessa traggo ispirazioni costanti, e penso ne risenta l’arte, come l’urbanistica passando per un raffinato folklore. Gli antichi mestieri presepiali, per fare un esempio, vengono rivisitati in forma pop ed esposti in musei tradizionali convivendo con collezioni di arte antica.

 

Maria Giovanna Villari 

Le 4 pareti is a Neapolitan art space that pursues its research into the contemporary without breaking the link with the past. Twenty years of industrious scouting conducted, in the first ten, by the artistic direction of her mother Giovannella Palermo and, in the second decade, by her daughter Maria Giovanna Villari, an attentive researcher, of works of art but, above all, of people. A place where the past, the present and the future merge without losing continuity with each other, bringing together contemporary artistic languages in a single balanced motion. 




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Spot Home Gallery, Cristina Ferraiuolo
Spot Home Gallery, Esplosioni di luce-Chernobyl Herbarium, Anaïs Tondeur
Spot Home Gallery, Dimitra Dede Ápeiron
Spot Home Gallery, Andamento lento

Via Toledo 66, Napoli 

spothomegallery.com
@spothomegallery

spot home gallery

Perché la scelta di una home gallery?

È stata una scelta naturale, insita già nella storia della casa. Spot home gallery è uno spazio di famiglia, che ho vissuto e amato sin da piccola. Era lo studio di mio padre, nel palazzo di fronte c’era il suo negozio di fotografia, Spot 2, per quarant’anni un riferimento per molti fotografi napoletani. Da adulta è stata poi la mia prima casa, dove ho costruito la mia prima camera oscura e ho ospitato artisti che provenivano da tutto il mondo. Quando ho ideato il progetto della galleria, ho desiderato quindi preservare una parte privata dedicata all’ospitalità dei fotografi, con l’idea anche di invitarli a Napoli per residenze di creazione. Sono convinta, inoltre, che l’atmosfera accogliente e conviviale di una casa galleria possa avvicinare il pubblico all’arte, si crea più facilmente uno spazio di conversazione, di riflessione e quindi anche di interesse verso l’acquisto delle opere. 

In che modo la città di Napoli ispira i fotografi stranieri che inviti?

Napoli è una città dal forte spirito identitario, che affascina da sempre tutti gli artisti. Il suo caos creativo e la sua umanità variegata la rendono perfetta metafora del mondo complesso in cui viviamo. Un luogo ideale per fotografi che sanno immergersi nel mondo con occhi e cuore aperti, che vivono con empatia il rapporto con l’altro, e che sono in grado di svolgere un lavoro di rivelazione slabbrando la superficie del noto e dato per scontato. 

Come selezioni i fotografi con cui lavori? 

Sono interessata alla ricerca di lavori artistici che siano mossi da urgenza e passione, condotti con rigore e libertà ed espressi con linguaggi nuovi e originali. Prediligo artisti che, con ricerche e scritture differenti, condividano tuttavia un medesimo approccio alla fotografia, intesa come espressione soggettiva del proprio modo di essere e di vivere il mondo, sollecitando più interrogativi che risposte, catalizzando insieme attenzione ed emozione.


Cristina Ferraiuolo

Spot home gallery opens in Naples in 2021, in the historic Via Toledo, an important link to the sea for the city, which has always represented openness to the world and encouraged exploration of the unknown. Spot Home Gallery is a spotlight on contemporary photography and its contamination with other expressive languages. It is a place for artists, collectors, enthusiasts and the curious to meet and share ideas and visions. Numerous residencies and the incentive for dialogue with the territory make possible daring experiments, carried out with passion and rigour, aimed at the creation of an exhibition.
In the year 2022 artist-in-residence is the Swedish master of photography Anders Petersen.

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Laura Trisorio
Studio Trisorio, Via Carlo Poerio 110, group show, installation view, courtesy Studio Trisorio

Studio Trisorio, Capri, group show, installation view, courtesy Studio Trisorio
Studio Trisorio, Via Carlo Poerio 116, Stefano Cerio, Aquila, 2022, installation view, courtesy Studio Trisorio

Riviera di Chiaia 215, Napoli
Via Carlo Poerio 110 e 116, Napoli
Via Vittorio Emanuele, 44, Capri

studiotrisorio.com
@studio_trisorio

studio trisorio

Sin dagli anni 70, Studio Trisorio è stata una galleria all’avanguardia e di ispirazione per molti artisti. In che modo passato, presente e futuro della galleria riescono a convivere?

Il 16 ottobre 1974 mio padre Pasquale e mia madre Lucia inaugurarono lo Studio Trisorio nella sede storica della Riviera di Chiaia con una mostra di Dan Flavin. Sin da subito la galleria segue tutti i linguaggi dell’arte contemporanea inclusi la fotografia, il video e l’installazione. Continuare l’attività avviata dai miei genitori è stata una conseguenza naturale per me. Non ricordo di essere arrivata ad una scelta, ma mi sono trovata su questa strada che ho sempre sentito appartenermi. Negli anni gli incontri sono stati diversi, ma il percorso è lo stesso.

Quali sono le iniziative della galleria in collaborazione con istituzioni pubbliche e museali?

La galleria collabora da anni con istituzioni pubbliche e museali come il Museo Madre, il Museo di Capodimonte e il MANN. Ad esempio, al Museo di Capodimonte per il ciclo Incontri sensibili, lo Studio Trisorio ha realizzato le mostre di Louise Bourgeois (2017), Jan Fabre (2017, 2019) e Christiane Löhr (2020), che ho curato insieme a Sylvain Bellenger. Queste mostre sono state concepite con l’intento di mettere in dialogo le opere di artisti contemporanei con le opere storiche conservate nelle collezioni del Museo. Credo molto nella sinergia come strumento di crescita e arricchimento culturale. Al Museo Archeologico si è appena conclusa la mostra di Maurizio Finotto Archeologia da spiaggia, progetto curato dallo Studio Trisorio.

Avete aperto un nuovo spazio sull’Isola di Capri. Qual è il programma pensato per questa nuova sede? 

Il nostro rapporto con Capri risale ai primi anni ’70 quando a Villa Orlandi invitavamo i principali protagonisti del mondo dell’arte, diventando un punto di incontro a livello internazionale. Il primo fu Cy Twombly poi Beuys, Kounellis, Sol Lewitt, Merz e tanti altri. Ci è sembrato quindi naturale proseguire questa storia, così lo scorso aprile abbiamo inaugurato la sede caprese dello Studio Trisorio. I nostri artisti sono stati invitati a riflettere su tre temi partendo dall’idea dell’isola stessa e dalle impressioni che essa può evocare: la luce, la natura e la memoria. Su una grande parete centrale, che abbiamo chiamato project wall si sono susseguite opere ispirate a questi temi. Durante i primi mesi la parete ha ospitato lavori di Christiane Löhr, Jan Fabre, Rebecca Horn, Louise Bourgeois, a cui seguiranno nel tempo tutti i nostri artisti.

Laura Trisorio

Inaugurated in 1974 by Pasquale and Lucia Trisorio with a show by Dan Flavin, Studio Trisorio immediately followed all the various languages of contemporary art including photography, video and installation.
From 1970 until 1989 the Trisorio family provided a veritable community of artists, critics, gallery owners and museum directors with a very special space in which to work: Villa Orlandi in Anacapri.
Artists such as Cy Twombly, Jannis Kounellis, Joseph Beuys, Mario Merz, Sol LeWitt, Pier Paolo Calzolari, Luigi Ontani, Kenny Scharf, Cindy Sherman and Ettore Spalletti, among others, have stayed there.

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Angela da Silva, Swing Design Gallery, foto credits Danilo Donzelli
Swing Design Gallery, foto credits Pasquale Palmieri
Swing Design Gallery, foto credits Danilo Donzelli
Swing Design Gallery, foto credits Danilo Donzelli

Corso Garibaldi 95 | Palazzo Collenea, 82100 Benevento

swingdesigngallery.it
@swing_designgallery

swing design gallery

La sede della galleria si trova a Benevento. Qual è la risposta della comunità locale alla proposta di pezzi di design unici e in edizione limitata?

SWING Design Gallery apre il suo primo spazio alla fine del 2011 con una mostra personale dedicata alla giovane designer tedesca Milena Krais. Le sue sedute DEFORM indagavano l’ universo della bellezza attraverso una riflessione che ne metteva in luce gli stereotipi nella cultura contemporanea. L’attitudine della galleria si svela da subito.

La comunità locale partecipa con entusiasmo alla vita del nuovo contenitore culturale, ma la localizzazione della galleria non ha mai caratterizzato i percorsi della stessa, né sul piano curatoriale che di mercato. L’ universo del design contemporaneo da collezione, a differenza di quello più rassicurante del Novecento, in Italia fa più fatica a collocarsi e identificarsi rispetto ad atre realtà europee ed extraeuropee. Tuttavia gli ultimi anni vedono una maggiore apertura e consapevolezza anche grazie al lavoro delle case d’asta, alle fiere di arte che accolgono le sezioni design, alle sinergie moda / design / arte, allo sguardo critico e attento della stampa di settore.

In che modo la galleria promuove il lavoro di designer internazionali emergenti?

Dai suoi esordi la proposta della galleria punta a investigare le connessioni tra design e narrazione, processo creativo ed estetica, tradizione e sperimentazione. Sostenendo la promozione di nuovi talenti internazionali, SWING in dieci anni ha organizzato e prodotto mostre e collezioni speciali di pezzi unici con designer come Studio Furthermore, Harry Thaler, Garance Vallèe, Ahryun Lee, Alissa Volchkova, Lucia Massari, Sara Ricciardi, Jenny Nordberg, Giovanni Botticelli, nomi ormai consolidati nel panorama del collectible design e con i quali tuttora si collabora. I progetti sono stati presentati nella sede principale della galleria e in contesti altri come Venice Design Biennial, Venice Glass Week, Doppia Firma, Operae, Circolo del Design, Miart ecc. Attualmente, all’attività di ricerca, si è affiancata quella di editore; due anni fa nasce Edizioni SWING, nuovo marchio che produce in edizione aperta, oggetti esclusivi spaziando nei settori dell’arredamento, del tessile, della ceramica, della scultura. L’attività si è ampliata dallo scorso Luglio anche tramite SWING unique, vetrina itinerante, contenitore espositivo e dinamico attualmente con sede a Roma. Con cadenza mensile viene invitato un designer a interpretare lo spazio con un pezzo unico. Il progetto è visibile h 24 dall’esterno.

Quali sono i confini tra artigianato, arte e design?

In uno scenario di perenne evoluzione le contaminazioni travalicano ogni confine. La crisi climatica ci ha portato a rivalutare le modalità con le quali produciamo i materiali, tutto ciò ha effetti anche sul design e l’arte, da sempre testimoni di cambiamenti sociali, produttivi e politici. Nello specifico, si va facendo sempre più saldo lo scambio creativo tra designer e artigiani di eccellenza. Le tradizioni vengono reinterpretate, incontrando le aspettative e i linguaggi del mondo contemporaneo. L’Italia rappresenta una grande vetrina dell’eccellenza artigiana, eventi internazionali come Doppia Firma e Homo Faber hanno dato voce a questa sinergia, sostenendo un’idea di design lento, dove tradizione e culto del dettaglio sono valori fondamentali.

Angela da Silva

Founded by Angela da Silva in 2011 and based in Benevento in the historic Palazzo Collenea Isernia, SWING Design Gallery specialises in contemporary collectible design. Since its inception, the gallery has been promoting the work of emerging international designers, exploring the boundaries between craft and technology, art and design, contamination and experimentation, with a fascination for narrative and conceptual languages.
Aiming to experiment with new forms of contemporary aesthetics and investigate traditional methods of production, the gallery commissions unique and limited edition design pieces. In 2019, Edizioni SWING was born, a section of the gallery with the aim of developing and producing in open editions, exclusive objects of contemporary design, spanning the fields of furniture, textiles, ceramics and sculpture.
SWING Design Gallery has curated, organised and produced exhibitions of some of the most interesting designers on the current scene: Lucia Massari, Sara Ricciardi, Ahryun Lee, Alissa Volchkova, Garance Vallee, Giovanni Botticelli, Harry Thaler etc., with whom it still collaborates.

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Rossella Savarese, Leone Cappiello, Rosaria Gargiulo, foto Gennaro Giorgio
SyArt Gallery
SyArt Gallery dettaglio opera Waked Sayed, foto Giovanni De Luca

Via S. Francesco 25, Sorrento, NA

syart.it
@syart_gallery

syart gallery

Vi trovate a Sorrento: cosa significa essere l’unica galleria di arte contemporanea della città?

Sorrento è una cittadina internazionale ed è anche la nostra Città, pertanto avere una esclusiva nel proporre arte contemporanea significa aver costantemente ben presente la delicatezza ed il pregio di tale scelta. La nostra è stata una visione che ad oggi ci vede impegnati quotidianamente nel curare una proposta culturale che possa interessare un pubblico di collezionisti italiani ed internazionali.

Da dove nasce l’idea di dar vita ad un “museo outdoor”? 

Nasce proprio “on the road” nel 2018 durante la seconda edizione del SyArt Sorrento Festival, evento internazionale che organizziamo a Villa Fiorentino, sede della Fondazione Sorrento. Il dialogo e la sinergia con alcuni artisti ci hanno portato ad oggi a concretizzare lasciti in permanenza alla Città di Sorrento di artisti quali Tvboy, Mascia, Novaco e Luttwak.

Qual è la risposta della comunità locale a queste iniziative?

La risposta arriva direttamente dai cittadini, nella cura ed attenzione che riservano alle opere Outdoor e nella puntualità che, un gruppo in crescita, riserva alle iniziative in galleria. Non è stata immediata ma dopo cinque anni dalla nascita della SyArt Gallery, sicuramente si è instaurato un dialogo e pertanto possiamo ritenerci soddisfatti.

Rossella Savarese

SyArt Gallery is an exhibition space in Sorrento, owned by Leone Cappiello, a passionate collector, and Rossella Savarese, an art historian. SyArt offers space for institutional exhibitions, debates, performances, solo and group exhibitions and is connected to the SyArt Sorrento Festival, an event involving contemporary artists from all over the world. The artists selected during the festival create site-specific works and are promoted by the gallery, thus creating a bridge between the exhibition experience and the art market. Training internships are also organised for foreign and Italian students.

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Abraham Cruzvillegas, Thomas Dane Gallery and kurimanzutto, Mexico City/New York | Cecilia Vicuña, Courtesy the artist and Lehmann Maupin, New York, Hong Kong, Seoul and London. Photo Ben Westoby
Ser Serpas, Courtesy the artist and Maxwell Graham/Essex Street, New York. Photo: Ben Westoby
Tacita Dean. Courtesy the artist and Frith Street Gallery, London. Photo: Ben Westoby

Via Francesco Crispi, 69/1º Piano, 80122, Napoli 

thomasdanegallery.com
@thomasdanegallery

thomas dane gallery

Nel 2004 Thomas Dane Gallery è il terzo spazio aperto a Napoli, a Villa Ruffo, storica residenza di Benedetto Croce, che si aggiunge alle due sedi londinesi al 3 e all’11 di Duke Street St. James’s.
Il concetto intorno al quale ruota la filosofia della galleria è quello della moving image. Dalla fondazione, le sedi londinesi hanno già incoraggiato la produzione e l’esposizione di opere di Steve McQueen, John Gerrard, Akram Zaatari, Paul Pfeiffer e Bruce Conner, oltre a presentare al pubblico londinese artisti mid-generation come Cecily Brown, Albert Oehlen, Glenn Ligon, Dana Schutz e Arturo Herrera, che da allora hanno acquisito una solida base di supporto da parte di istituzioni e collezionisti nel Regno Unito.
Ciò che ha spinto Thomas Dane all’apertura napoletana è stata la voglia di impiantarsi in un contesto culturale straordinario e influente quanto quello inglese. I rapporti con Napoli si fondano sul dialogo e sulla fiducia, incrementati dalla collaborazione con la designer Allegra Hicks e l‘architetto Alberto Sifola, che si sono presi cura delle cinque stanze di Villa Ruffo per poter ospitare importanti residenze d’artista. Ogni stanza è assegnata all’artista di riferimento come nella sua prima inaugurazione, in cui tutti gli artisti in mostra – Bruce Conner, Steve McQueen, Catherine Opie, Caragh Thuring e Kelley Walker – ognuno a proprio modo, hanno illustrato la vivace ed edonistica bellezza della città dove vecchio e nuovo si incontrano nella tipica vulcanica vitalità.
Ultima esposizione: The Missed Seminar:  After Eslanda Robeson. In dialogue with Steve McQueen’s ‘End Credits’. La mostra riattiva le memorie sulla vita, il pensiero, gli scritti e le relazioni della femminista nera, antropologa e fotografa afroamericana Eslanda Robeson. In concomitanza con la mostra, McQueen presenta la versione completa di End Credits (2012-2022). 

In 2004, Thomas Dane Gallery opened its third space in Naples, at Villa Ruffo, Benedetto Croce’s historic residence, joining the two London venues at 3 and 11 Duke Street St. James’s.
The relationship with Naples is based on dialogue and trust, enhanced by the collaboration with designer Allegra Hicks and architect Alberto Sifola, who have taken care of the five rooms of Villa Ruffo to host important artist residencies.
Latest exhibition: The Missed Seminar: After Eslanda Robeson. In dialogue with Steve McQueen’s ‘End Credits’. The exhibition reactivates memories of the life, thought, writings and relationships of the black feminist, anthropologist and African-American photographer Eslanda Robeson. In conjunction with the exhibition, McQueen presents the complete version of End Credits (2012-2022).