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ISTITUZIONI

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GAN, Galleria dell’Accademia di Napoli, foto Oreste Lanzetta

Via Santa Maria di Costantinopoli, 107, 80138 NA

abana.it
@abanapoli_official

accademia di belle arti di napoli

L’Accademia di Belle Arti di Napoli riapre e restituisce a studenti, docenti, studiosi e a tutta la città la GAN (Galleria dell’Accademia di Napoli), completamente rinnovata nell’ordinamento e nell’allestimento.
Circa 300 opere, tra disegni, sculture, dipinti, fotografie, installazioni, datate dal Seicento al Duemila.
Aprono il percorso i volti degli artisti che hanno fatto la storia dell’Accademia. Tra questi anche i responsabili della nascita della Galleria: Filippo Palizzi e Domenico Morelli, rispettivamente ritratti da Achille d’Orsi e Vincenzo Gemito. Autoritratti e ritratti – tra tutti di Saverio Altamura, Tito Angelini, Achille d’Orsi, Mariano Fortuny, Vincenzo Gemito, Stanislao Lista, Costanza Lorenzetti e Tommaso Solari – segnano l’inizio del percorso, raccontano un ‘come eravamo’ dal forte valore identitario, mostrando una tradizione ancora viva nel corpo del museo, attualizzata dall’azione svolta dall’insegnamento e dalla costante trasmissione di valori creativi ed estetici. Una vasta collezione, storicamente di pertinenza dell’Accademia, è stata così ristabilita nella sua integrità, anche grazie alle restituzioni di capolavori ottenute da importanti musei cittadini e accresciuta da opere date in comodato d’uso da artisti o eredi, attualizzando in tal modo quel lavoro di espansione e completamento già avviato nel 2005.
Partendo dalla visione condivisa basata sulla necessità di rilanciare il ruolo svolto da un museo nelle dinamiche della creatività contemporanea, è stato scelto dai curatori di destinare un’ala della GAN, “Spazio Lea Vergine”, una zona libera esclusivamente dedicata alla progettazione di mostre temporanee, dibattiti e presentazioni, rafforzando ancor di più l’azione che l’Accademia di Belle Arti di Napoli intende esercitare sulla scena dell’arte italiana, in qualità di grande laboratorio e centro attivo di ricerca, di studio, di documentazione e di cultura.

The Academy of Fine Arts of Naples reopens and returns the GAN (Galleria dell’Accademia di Napoli) to students, teachers, scholars and the entire city, completely renovated in terms of organisation and layout.About 300 works, including drawings, sculptures, paintings, photographs and installations, dating from the 17th century to the year 2000.
The exhibition opens with the faces of the artists who made the history of the Academy. These also include those responsible for the birth of the Gallery: Filippo Palizzi and Domenico Morelli. It was decided by the curators to allocate a wing of the GAN, “Spazio Lea Vergine”, a free area exclusively dedicated to temporary exhibitions.

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Casa Morra – Archivio d’Arte Contemporanea, foto Amedeo Benestante

Salita San Raffaele 20/c, 80136, NA

fondazionemorra.org
@fondazione.morra

casa morra

Casa Morra è archivio di arte contemporanea nello storico Palazzo Cassano Ayerbo D’Aragona, un complesso di 4.200 mq che sarà gradualmente ristrutturato per accogliere l’ampia collezione del mecenate napoletano Giuseppe Morra, sulla spinta dell’arte come amore della ricerca e della conoscenza. Si propone di essere uno spazio museale non inteso nella staticità dell’esposizione di opere, ma un luogo dinamico, che prende in analisi la società e la sua evoluzione, attraverso la riqualifica sociale di un’intera area a ridosso del centro storico di Napoli, in cui è già attivo il Museo Hermann Nitsch – Archivio Laboratorio per le Arti Contemporanee, realizzato nel 2008 dalla Fondazione Morra. Il piano delle esposizioni è studiato da qui a cent’anni; Morra ha ambiziosamente pianificato cento anni di mostre, cicli espositivi regolati dai numeri 3 e 7, un gioco alchemico i cui numeri coincidono, di volta in volta, con il numero di artisti presentati o la quantità di opere e sequenze di mostre.
Uno sguardo proiettato verso il futuro, coltivato attraverso anni di indagine nel contemporaneo, oltre i limiti del proprio tempo. Più di duemila opere che fanno parte della storia dell’arte contemporanea, di movimenti quali Gutai, Happening, Fluxus, Azionismo Viennese, Living Theatre, Poesia Visiva, presentate con la cura di oltre quarant’anni di militanza nello scenario internazionale dell’arte. Casa Morra si esprime anche attraverso attività formative basate su percorsi di peer education per le scuole, associazioni, università, Accademie e altre istituzioni, con lezioni e laboratori di combinatorial creativity, in collaborazione con docenti, studiosi e artisti per approfondire il “meraviglioso contemporaneo”, in una prospettiva di ricerca e apprendimento continui. Un luogo dove si tocca con mano l’idea di spazio aperto alla collettività, attraverso la realizzazione di mostre, workshop, convegni, spettacoli, proiezioni dal notevole contenuto estetico.

Casa Morra is the museum space area created by Giuseppe Morra in Palazzo Cassano Ayerbo D’Aragona in Naples, a 4200-square-metre complex that will gradually be rennovated to house the extensive Morra collection comprising over 2000 works presented by theme and focusing on individual artists. It will be a journey through the history of contemporary art and fundamental movements such as Gutai, Happening, Fluxus, Viennese Actionism, Living Theatre, and Visual Poetry up to the most advanced research in Italy and abroad. Thus continues the great adventure of this Neapolitan patron of the arts who will house his extensive collection here, the result of over forty years of activity on the international art scene.

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Palazzo Caracciolo di Avellino, Fondazione Morra Greco, foto Maurizio Esposito
Fondazione Morra Greco, foto Amedeo Benestante
Palazzo Caracciolo di Avellino, particolare, foto Maurizio Esposito
Fondazione Morra Greco, foto Amedeo Benestante

Largo Proprio D’Avellino, 17, 80138 NA

fondazionemorragreco.com
@fondazionemorragreco

 

fondazione morra greco

Fondazione Morra Greco è un luogo di produzione e di esposizione di oggetti artistici inediti, promuove e sostiene la cultura contemporanea, attraverso la valorizzazione di artisti locali e internazionali. Il nucleo dell’esposizione è costituito dalla Collezione Morra Greco che, a partire dagli anni ’90, conta oggi oltre mille opere di circa duecento artisti contemporanei. La sua sede è Palazzo Caracciolo di Avellino, edificio cinquecentesco nel cuore del centro storico di Napoli. La collezione si struttura sui tre piani del Palazzo che, dal V a.C. secolo ad oggi ha vissuto moltissime vite. Di esse, ancora ne porta le tracce, a emblema della stratificazione e delle contraddizioni che caratterizzano la città di Napoli intera. Fondazione Morra Greco scrive continuamente una nuova storia del Palazzo, e intende farlo nel coinvolgimento del territorio e nel dialogo tra le comunità e gli artisti.
Apre nel 2003 per volontà del dentista Maurizio Morra Greco e inaugura la sua attività nel 2006, con una mostra dell’artista Gregor Schneider. Ospita da allora un intenso programma di residenze, mostre, performance e laboratori didattici, si impegna a organizzare mostre ed eventi al di fuori della sua sede, dialogando con altre istituzioni, nazionali e internazionali. Dal 2008, diviene il primo e unico esempio in Italia di fondazione di diritto misto, pubblico-privato, con l’adesione della Regione Campania al Consiglio di Amministrazione. Tenace è il legame con la realtà nella quale è immersa: difatti, la piazza antistante il Palazzo, Largo Proprio di Avellino, è anch’essa luogo di eventi e di esposizioni, a segnalare l’osmosi tra la città e la Fondazione e l’impatto sociale che essa elegge a suo fine primario. 

Fondazione Morra Greco is a venue for the production and exhibition of unpublished art objects, promotes and supports contemporary culture through the enhancement of local and international artists. It was opened in 2003 by dentist Maurizio Morra Greco and inaugurated in 2006 with an exhibition by artist Gregor Schneider. The core of the exhibition consists of the Morra Greco Collection, which, since the 1990s, now numbers over a thousand works by around two hundred contemporary artists. Its venue is Palazzo Caracciolo of Avellino, a 16th century building in the heart of the historic centre of Naples. 

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Fondazione Plart, “Plart Vision, l’esperienza immersiva del Museo Plart”, foto Angelo Marra
Fondazione Plart, Sala della collezione permanente
“In Sintesi Plart. Il Fascino del Novecento”. Veduta dell’allestimeto, foto Maria Covino
Fondazione Plart, foto Alessandra Mustilli

 Via Giuseppe Martucci, 48, 80121 NA

fondazioneplart.it
@fondazioneplart

fondazione plart

Nata a Napoli nel 2008, la Fondazione Plart è un ente museale che diffonde la cultura della plastica e del design, mettendo in evidenza i nuovi scenari determinati dal “materiale delle meraviglie” e sostenendo la ricerca di artisti e designer che si rivolgono alle bioplastiche.
Il Museo Plart espone una collezione di oltre duemila oggetti d’arte e di design in materiali polimerici, frutto della donazione dei fondatori
Maria Pia Incutti e Salvatore Paliotto, nonché di collezionisti, artisti e designer. Tra le altre, le opere di Tony Cragg, Riccardo Dalisi, Haim Steinbach, Andrea Branzi e Alessandro Ciffo sono il cuore della collezione permanente, insieme a oggetti di design anonimo, dal gusto ‘popolare’. Uno scouting sensibile e attento, che ha portato dal 2008 a oggi a promuovere attività espositive che indagano a tutto tondo il mondo del progetto, dal design contemporaneo, industriale e di edizione, all’artigianato, dall’arte contemporanea alla performance, fino all’applicazione delle nuove tecnologie per la fruizione di mostre e contenuti culturali. Una forte presenza nel contemporaneo e una ricerca nel mondo delle Arti, che vanno ben al di là di steccati disciplinari definiti, in modo da restituire tutta la complessità del presente.
Fondazione Plart è centro di ricerca per la conservazione e il restauro delle opere d’arte e di design in materiali sintetici e semisintetici con, al suo interno, un laboratorio per il restauro e la caratterizzazione dei materiali polimerici. Forte l’attenzione rivolta al territorio e all’ambito educativo con corsi di formazione e giornate di studio dedicati ai temi della ricerca scientifica nel campo dei Beni Culturali, incontri, visite guidate e laboratori ludico-creativi basati su una cultura rispettosa dell’ambiente, coinvolgendo scuole, università e istituzioni impegnate nel campo della formazione e della promozione culturale, senza esclusione di famiglie e pubblico generico.

Since 2008, the Plart Foundation has been spreading the culture of plastics and design and supporting artists and designers working with bioplastics. In the name of the founders Maria Pia Incutti and Salvatore Paliotto, the permanent exhibition estimates more than 2000 art and design objects made of polymeric materials. The Plart Foundation promotes exhibition activities that comprehensively investigate the world of design, from contemporary, industrial and edition design to craftsmanship, from contemporary art to performance, to the application of new technologies for the enjoyment of exhibitions and cultural content.

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Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, foto Valeria Sironi

Via Monte di Dio, 14, 80132, NA

iisf.it
@iisfgram

istituto italiano per gli studi filosofici

L’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici è stato fondato nel 1975 a Roma, presso la sede dell’Accademia Nazionale dei Lincei, da Enrico Cerulli, Elena Croce, Pietro Piovani, Giovanni Pugliese Carratelli e da Gerardo Marotta, che ne è stato presidente fino al 2017, anno della scomparsa, intorno alla biblioteca umanistica messa insieme grazie a pazienti ricerche nei fondi librari in tutta Europa.
A circa un trentennio dalla fondazione dell’Istituto Italiano per gli Studi Storici promosso da Benedetto Croce, l’avvocato Gerardo Marotta avvertiva che del binomio vichiano verum-factum, filosofia-filologia, il polo debole era diventato proprio quello del pensiero speculativo, dal momento che appariva esaurito il grande slancio di dibattito teorico del primo dopoguerra, intenso ma spesso astratto, tanto da far nascere nell’animo di Croce l’intento di temperarlo e insieme rafforzarlo avviando i giovani sulla strada di rigorosi studi storici.
Nei primi anni di vita dell’Istituto l’attività didattica e scientifica si è svolta in viale Calascione, nella sede della biblioteca dell’avvocato Marotta.
Nel 1983 il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali acquisiva al patrimonio dello Stato il settecentesco Palazzo Serra di Cassano e lo destinava in uso all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici perché potesse sviluppare in una sede di adeguato decoro e funzionalità la sua vita, ormai al centro dell’attenzione degli studiosi di tutto il mondo. Un insieme architettonico fra i più notevoli del pur ricco patrimonio storico napoletano veniva così recuperato a un’altissima funzione culturale. La concessione all’Istituto quale sede delle attività di ricerca e formazione è stata ribadita e rinnovata da ultimo con la Convenzione rep. n. 5 del 5 luglio 2019, sottoscritta in data 3 luglio 2019 con il Ministero per i beni e le attività culturali.

The Italian Institute for Philosophical Studies was founded in 1975 in Rome, at the headquarters of the Accademia Nazionale dei Lincei, by Enrico Cerulli, Elena Croce, Pietro Piovani, Giovanni Pugliese Carratelli and Gerardo Marotta, who was its president until 2017, the year of his death, around the humanist library put together thanks to patient research in library collections throughout Europe. In 1983, the Ministry for Cultural and Environmental Heritage acquired the eighteenth-century Palazzo Serra di Cassano as state property and assigned it for use by the Istituto Italiano per gli Studi Filosofici.

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Museo Filangieri, Sala Agata
Museo Filangieri, Studio del Principe
Museo Filangieri, Sala Filangieri, foto Sergio Siano
Museo Filangieri, Battistello Caracciolo, San Giovannino

Via Duomo, 288, NA

filangierimuseo.it
@museofilangieri

museo filangieri

Il Museo Filangieri fu istituito dallo storico dell’arte e collezionista d’arte Gaetano Filangieri, principe di Satriano dal 1824 al 1892. Il principe decise, insieme al Consiglio Comunale di Napoli, nel 1882, di conservare le sue raccolte d’arte in un luogo tra i più rappresentativi dell’architettura del Rinascimento toscano a Napoli, Palazzo Como. La richiesta venne accolta e nel 1883 cominciarono i lavori di riedificazione e ripristino dell’edificio. Nel novembre 1888, il nuovo museo fu finalmente aperto al pubblico, ma, nel 1943 venne incendiata dai tedeschi la Villa Montesano di San Paolo Bel Sito, dove erano custodite le opere di più alto pregio e alcuni tra i documenti più preziosi dell’Archivio di Stato di Napoli. Andarono distrutti e sottratti agli occhi del pubblico due ritratti d’uomo di Botticelli, una Deposizione di Francesco Solimena e una Educazione della Vergine di Bernardino Luini. La rabbia della cittadinanza, unita alla perdita irreversibile subita, fu tale da spingere nel 1946 il soprintendente alle gallerie napoletane Bruno Molajoli a richiamare l’attenzione di tutti sull’urgenza di reintegrare le raccolte distrutte. Nel 1948, insieme al Museo nazionale di San Martino e al Museo nazionale della ceramica Duca di Martina, il Filangieri fu riaperto al pubblico grazie alle generose donazioni di Filippo Perrone, Mario De Ciccio e Salvatore Romano, e grazie ai prestiti delle opere nei depositi temporanei del Museo nazionale di Capodimonte. Gli ambienti si arricchiscono della Sala Carlo Filangieri, la Sala Agata e la splendida Biblioteca.
Attualmente, il Museo raccoglie una collezione che vanta più di 3.000 oggetti di varia provenienza e datazione. Sono raccolti esemplari di arti applicate (maioliche, porcellane, biscuit, avori, armi e armature, medaglie), dipinti e sculture dal XVI al XIX secolo, pastori presepiali del XVIII e XIX secolo ed anche una biblioteca dotata di circa 30.000 volumi ed un archivio storico con documenti dal XIII al XIX secolo. 

The Filangieri Museum was established by art historian and collector Gaetano Filangieri, Prince of Satriano, in 1888. The museum houses a collection that boasts more than 3,000 objects of various origins and dates. There are specimens of applied arts (majolica, porcelain, biscuit, ivory, arms and armour, medals), paintings and sculptures from the 16th to the 19th century, cribs from the 18th and 19th centuries, as well as a library with around 30,000 volumes and a historical archive with documents from the 13th to the 19th century. 

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Cortile monumentale, Museo Madre
Lawrence Carroll, foto Amedeo Benestante
Rethinking Nature, foto Amedeo Benestante

Via Luigi Settembrini, 79, 80139 NA

madrenapoli.it
@museomadre

museo madre

Nel cuore del centro storico di Napoli, i tre piani dell’ottocentesco Palazzo Donnaregina ospitano il Madre, Museo d’Arte contemporanea Donnaregina.
Il Madre si trova sulla “via dei Musei”, a pochi metri dal Duomo, dal Museo Archeologico Nazionale e dall’Accademia di Belle Arti, lì dove si sviluppa l’antico quartiere di San Lorenzo.
Il museo trae il proprio nome dall’edificio che lo ospita, il Palazzo Donnaregina, che come tutta l’area in cui sorge deve la denominazione al Monastero di S. Maria Donnaregina, fondato dagli Svevi (XIII secolo) e poi ampliato e ricostruito nel 1325 dalla Regina Maria d’Ungheria, moglie di Carlo II d’Angiò. Dell’antico complesso conventuale rimangono oggi solo la chiesa omonima, che si affaccia su piazza Donnaregina, costruita in epoca barocca, e la chiesa trecentesca di Donnaregina “vecchia”, in stile gotico, che ha ospitato mostre ed eventi speciali organizzati dal Madre.
Risalente al XIX secolo, l’edificio è uno splendido esempio di stratificazione storica, tipica di tutto il centro antico di Napoli. Negli anni ’80 l’edificio fu ceduto in locazione al Provveditorato agli Studi di Napoli per poi tornare al Banco di Napoli come Magazzino stampati. In seguito ai gravi danni e dissesti statici provocati dall’alluvione del 2001 l’immobile venne abbandonato. Acquistato nel 2005 dalla Regione Campania per destinarlo a museo per l’arte contemporanea, ne è stata concessa la disponibilità alla Fondazione Donnaregina a titolo di comodato d’uso gratuito e di servizio. Il palazzo è stato perciò restaurato e adibito a museo su progetto dell’architetto portoghese Álvaro Siza Vieira, Leone d’oro alla carriera 2012; con la collaborazione dello dallo Studio DAZ-Dumontet Antonini Zaske architetti associati di Napoli, oltre alla parte prettamente espositiva, sono stati realizzati una biblioteca, una mediateca, un’area bookshop-caffetteria, per un totale di 7.200 mq, di cui 2662 sono destinati ai diversi livelli di esposizione.

In the heart of the historical centre of Naples, the three floors of the 19th-century Palazzo Donnaregina house the Madre, Museo d’Arte contemporanea Donnaregina. Dating back to the 19th century, the building is a splendid example of historical stratification, typical of the entire old city centre of Naples. The building was therefore restored and turned into a museum based on a project by the Portuguese architect Álvaro Siza Vieira, Golden Lion for Lifetime Achievement 2012.  Thanks to collaboration of Studio DAZ-Dumontet Antonini Zaske associated architects of Naples, a library, a media library and a bookshop-cafeteria area were built for a total of 7,200 square metres, of which 2,662 square metres were allocated to the various exhibition levels.

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Collezione Magna Grecia
Saffo da Pompei, I d.C.
Busto loricato di Antonino Pio Collezione Farnese II secolo d.C.
Giardino delle camelie

Piazza Museo, 19, 80135, NA

mann-napoli.it
@museoarcheologiconapoli

museo mann

Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli è una tra le più antiche e importanti istituzioni culturali del mondo per ricchezza e unicità del patrimonio, all’interno del panorama culturale europeo. L’architettura imponente e la vastità delle collezioni rendono il MANN un’occasione per un viaggio nel mondo dell’antichità, alle origini della cultura contemporanea, attraverso l’evoluzione dei suoi linguaggi artistici.
Il palazzo che attualmente ospita il Museo Archeologico Nazionale di Napoli fu prima caserma di cavalleria e poi Palazzo dei Regi Studi, ovvero sede dell’Università in epoca borbonica. Dalla fine del Settecento si trasformò in uno dei primi e più importanti musei d’archeologia d’Europa, grazie alla figura di Carlo III di Borbone e alla sua illuminata politica culturale. Il re promosse i primi scavi di territori come Pompei ed Ercolano e di tutti quei territori sepolti dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., conservando nel museo parte degli incredibili tesori venuti alla luce, e trasferì nei suoi spazi dalle residenze di Roma e Parma parte della ricca collezione ereditata dalla madre Elisabetta Farnese, con capolavori ancora oggi esposti al pubblico. Si deve al figlio Ferdinando IV il progetto di riunire, nell’attuale edificio, i due nuclei della Collezione Farnese e della raccolta di reperti vesuviani già esposta nel Museo Ercolanese all’interno della Reggia di Portici. Nel 1777 l’edificio è stato ristrutturato dagli architetti Ferdinando Fuga e Pompeo Schiantarelli e, durante la dominazione francese, furono realizzati i primi allestimenti. Con il ritorno dei Borbone a Napoli nel 1816 assunse la denominazione di Real Museo Borbonico. Concepito come museo universale, ospitava istituti e laboratori (la Real Biblioteca, l’Accademia del Disegno, l’Officina dei Papiri), successivamente trasferiti in altre sedi nel 1957. Divenuto Nazionale dal 1860, il museo, nel tempo, ha arricchito il suo patrimonio anche grazie al collezionismo privato.  

The National Archaeological Museum in Naples is one of the oldest and most important cultural institutions in the world due to the richness and uniqueness of its heritage within the European cultural landscape. From the end of the 18th century, it became one of the first and most important archaeological museums in Europe, thanks to the figure of Charles III of Bourbon and his enlightened cultural policy. In 1777, the building was renovated by the architects Ferdinando Fuga and Pompeo Schiantarelli, and during the French domination, the first exhibits were set up. The museum became national in 1860 and, over time, has enriched its holdings also thanks to private collections.

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Museo di Capodimonte, Salone Tiziano, foto Amedeo Benestante
Museo di Capodimonte, Salone delle feste, foto Amedeo Benestante
Museo di Capodimonte, Sala Gemito, foto Amedeo Benestante
Museo di Capodimonte, Sala Angelo, foto Amedeo Benestante

Via Miano, 2, 80131, NA

capodimonte.cultura.gov.it
@museoboscocapodimonte

museo e real bosco di Capodimonte

Il Museo di Capodimonte nasce sulla città e sul golfo di Napoli, anticamente come casa di caccia di re Carlo di Borbone, si sviluppa su tre piani, davanti ai quali si estende il Real Bosco di 134 ettari e più di quattrocento specie vegetali. Il Palazzo è stato residenza reale per tre dinastie: i Borbone, i sovrani francesi Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat e i Savoia, dopo l’Unità d’Italia. Nel corso del tempo, gli spazi sontuosi del Palazzo si sono arricchiti di pregiatissimi oggetti d’arte, di arredo e prodotti di lusso delle manifatture borboniche quali porcellane, armi, sete e arazzi, questi ultimi provenienti dai laboratori della Real Colonia di San Leucio.
Dal 1735, re Carlo volle portare con sé a Capodimonte le collezioni farnesiane ereditate dalla madre Elisabetta Farnese: un patrimonio inestimabile, costituito da dipinti, disegni, bronzi, medaglie e monete, gemme, cammei e materiale archeologico d’immenso valore. È proprio dalla splendida Collezione Farnese, già famosa dal Cinquecento, che ha inizio la gloriosa storia del Museo: la collezione si arricchisce con una delle più importanti pinacoteche d’Europa, con le opere acquisite da chiese e conventi napoletani, con importanti doni da parte di collezionisti privati. Tra Sette e Ottocento, Capodimonte diviene tappa obbligata del Grand Tour d’Italia, durante il quale giovani intellettuali e aristocratici provenienti dai paesi europei visitavano la reggia per goderne le bellezze artistiche e naturali.
Ad oggi, Capodimonte è uno spazio senza tempo di 14 mila metri quadri e 124 gallerie, dimora di Tiziano, Michelangelo, Raffaello, Caravaggio, Bellini, Botticelli, Masaccio, Mantegna, Rosso Fiorentino, Correggio, Parmigianino, Lotto, i fratelli Carracci. E ancora, Goya, El Greco, Luca Giordano, Ribera, Artemisia Gentileschi, Van Dyck, Simone Martini, Warhol, Gemito

The Capodimonte Museum is a timeless space of 14,000 square metres and 124 galleries, home to Tiziano, Michelangelo, Raffaello, Caravaggio, Bellini, Botticelli, Masaccio, Mantegna, Rosso Fiorentino, Correggio, Parmigianino, Lotto, the Carracci brothers. And again, Goya, El Greco, Luca Giordano, Ribera, Artemisia Gentileschi, Van Dyck, Simone Martini, Warhol, Gemito. It has three floors, in front of which lies the 134-hectare Real Bosco and more than four hundred plant species. The core of the Museum is the Farnese Collection, a legacy of King Charles of Bourbon.

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Reggia di Caserta, Facciata, foto Fabio Caricchia
Reggia di Caserta, Appartamenti reali, foto Fabio Caricchia
Reggia di Caserta, Via d’acqua, foto Fabio Caricchia
Reggia di Caserta, Giardino inglese, foto Fabio Caricchia

Piazza Carlo di Borbone, 81100, CE

reggiadicaserta.cultura.gov.it
@reggiadicaserta

Reggia di Caserta

La Reggia di Caserta è un Museo autonomo del Ministero della Cultura, riconosciuto dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità
Il Complesso monumentale Reggia di Caserta comprende il Palazzo Reale, il Parco Reale, il Bosco di San Silvestro e l’Acquedotto Carolino. Lo straordinario Palazzo Reale, voluto da re Carlo di Borbone e progettato dall’architetto Luigi Vanvitelli, è una struttura monumentale che occupa 47.000 mq e si innalza per ben cinque piani. Il percorso museale degli Appartamenti Reali si raggiunge accedendo dal meraviglioso Scalone Reale, che collega il Vestibolo inferiore a quello superiore. Dal Vestibolo superiore si accede alla Cappella Palatina e, quindi, agli Appartamenti reali. L’ambiente più maestoso degli Appartamenti Reali è certamente la Sala del Trono, adibita al ricevimento delle personalità di spicco del tempo. Di grande pregio anche le altre Sale dell’Ottocento che seguono come la Camera da letto di Gioacchino Murat, la Camera da letto di Francesco II. Nell’ala del Settecento, il percorso prosegue con le Sale delle Stagioni, il Boudoir di Maria Carolina, con la Biblioteca Palatina, la Pinacoteca e il Presepe di Corte, grande passione della nobile famiglia reale. 
Ad oggi il percorso è “contaminato” dalla presenza di opere appartenenti alla collezione Terrae Motus, creata dal gallerista Lucio Amelio, in memoria del terremoto avvenuto in Irpinia e dedicata all’arte degli anni Ottanta. In occasione della ricorrenza dei 40 anni dal disastroso terremoto, alcune opere della collezione hanno trovato una naturale collocazione all’interno del percorso tradizionale degli Appartamenti Reali. La Reggia di Caserta propone al pubblico interessato al contemporaneo anche una ricca programmazione di mostre e un ciclo di incontri, I Maestri di Terrae Motus, sugli artisti rappresentati nella collezione, quali Josef Beuys, Andy Warhol, Keith Haring, Michelangelo Pistoletto, Mimmo Paladino, Mario Schifano, Gianni Pisani, Robert Mapplethorpe e Jannis Kounellis. 

The Royal Palace of Caserta is an autonomous museum of the Ministry of Culture, recognised by UNESCO as a World Heritage Site.
Today, the path to the rooms of the Royal Palace is ‘contaminated’ by the presence of works belonging to the Terrae Motus collection, created by gallery owner Lucio Amelio in memory of the earthquake in Irpinia and dedicated to the art of the 1980s. A rich programme and a series of meetings on the artists represented in the collection, such as Josef Beuys, Andy Warhol, Keith Haring, Michelangelo Pistoletto, Mimmo Paladino, Mario Schifano, Gianni Pisani, Robert Mapplethorpe and Jannis Kounellis.